FIOM Verona: Manifestazione 24 Settembre 2013 - Intervento del Segretario Provinciale

mercoledì 25 settembre 2013

Manifestazione 24 Settembre 2013 - Intervento del Segretario Provinciale

Cari Lavoratori e lavoratrici, oggi assistiamo ad una delle più belle pagine dal punto di vista sindacale a cui Verona abbia mai assistito negli ultimi anni. Voglio ringraziare tutte le delegazioni presenti, le delegazioni delle altre categorie di Cgil – Cisl e Uil, i semplici cittadini e cittadine e da tutti coloro cui sta a cuore il lavoro.


Siamo riusciti in tre giorni ad organizzare una grande manifestazione che ha coinvolto tutta la provincia di Verona e non solo, la vertenza della Riva Acciaio è diventata per la sua connotazione la più importante dal punto di vista della dimensione, anche grazie al sostegno delle altre unità Riva del Nord Italia. Ma contrariamente a coloro che pensano o pensavano non fosse utile, io sono convinto che oggi abbiamo varcato la linea di confine tra coloro che fanno finta di nulla in merito alla crisi e NOI che dal 2008 denunciamo il progressivo declino del manifatturiero metalmeccanico della nostra provincia.
Siamo stanchi di promesse di impegni della politica fatta di parole e non di fatti, la crisi la stanno pagando i lavoratori e le lavoratrici insieme alle loro famiglie, fatta di crisi, di posti di lavoro persi; 7000 dicono i dati, centinaia di migliaia di ore di Cassa Integrazione. Da 5 anni all’inps di Verona si approvano mediamente 100 domande di aziende di cassa integrazione.

Abbiamo assistito in questi anni ad un vero e proprio massacro, questo il lungo elenco:
- Gruppo Biasi:
  2008 Fonderie Verall 80 Lavoratori licenziati
  2009 Trapasso Fondver - Compometal 230 lavoratori fine 2013 tutti licenziati
  Grattacielo Biasi Chiuso 60 impiegati tutti licenziati
  Officine Ferroviarie Veronesi, di cui avete sentito la situazione
- CIR (Ex Cardi) 200 Lavoratori nel 2008 oggi 80 da 5 anni di Cassa Integrazione
- BPW è passata da 100 a 30 lavoratori, utilizzati tutti gli ammortizzatori

- Fonderie Zanardi Legnago 200 dip, da 3 anni in Contratto di Solidarietà
- SICAR Villabartolomea (60 lavoratori che da 8 mesi non percepiscono lo stipendio, da 6 con presidio giorno e notte, oggi in CIGS per fallimento, poi licenziati)
- ALSTOM chiusa, 60 lavoratori trasferiti a Bologna
- VELA 50 lavoratori cessazione attività
- AGFA di Vallese da 3 anni in CIGS
- OVER Meccanica ora ABK (200 lavoratori in CIGS e alla disperata ricerca del CDS)
- ZINCOL ZAI Verona 60 lavoratori riorganizzazione che pregiudicata la presenza sul nostro territorio
- ALUK 190 dipendenti  CDS e MOBILITA’
- BIONDAN da 100 ridotti a 30 lavoratori CIGS e MOBILITA’
- OFFICINE CAILOTTO 70 lavoratori in CDS
- RIELLO BRUCIATORI, 500 lavoratori, da 3 anni in Cassa Integrazione 1/2 gg alla settimana e in procinto di cedere un ramo di azienda.
- RUNWAY - 100 lavoratori chiusa
- NLMK Siderurgia 280 dipendenti CDS da 3 anni per 160 persone
- FERROLI 1000 dipendenti, 3 mobilità – 5 anni di CIGO e CIGS
- KSS ex MOMO da 450 a 150 (mobilità – Cigs ecc)
Potrei stare qui ore per elencarle tutte, e va anche fatto un cenno a tutte le micro imprese che non fanno notizia o quelle che non compaiono sulle cronache.
Sono crisi fatte di disperazione, di arrabbiatura perché non arrivano i soldi dall’inps, dal fatto che è stato concesso di rubarci il futuro. Ho visto con i miei occhi, non ci volevo credere, frigoriferi vuoti, perché non si hanno i soldi per riempirli. Lavoratori disperati con le lacrime agli occhi.
Come diceva un Film dal titolo NON E’ UN PAESE PER VECCHI, possiamo dire che questo NON E’ UN PAESE PER I LAVORATORI, vessati, dalle banche da una parte, e da pseudo imprenditori dall’altra.


Questa devastazione non ha paragoni con le crisi cicliche del passato, siamo di fronte ad una desertificazione senza precedenti tale che, anche se oggi si ripartisse, servirebbero decenni per riportarci a prima del 2008.
La colpa non dobbiamo darla solo alla crisi, ma anche all’arretratezza politica con cui il nostro paese l’ha affrontata, più concentrata sui problemi di pochi a scapito dei molti. Più generosa con gli evasori fiscali, che con chi ogni giorno tenta di fare il proprio dovere.
Paghiamo la mancanza di investimenti nelle infrastrutture e nelle innovazioni tecnologiche, gli imprenditori hanno preferito ricercare il profitto con il denaro e non con il lavoro. Queste sono quindi le cause e nessuno deve avere l’alibi o nascondersi.
Sono partito dalla situazioni più generale per arrivare alla ragione principe del perché siamo qui. La Vertenza RIVA per alcuni versi dimostra l’incapacità, da parte di chi ci governa, di affrontare i problemi.
La RIVA al pari delle Officine FERROVIARIE VERONESI - l’elenco sarebbe lungo - sono aziende che hanno commesse per lavorare nei prossimi periodi. Solo che, la prima per questioni giudiziarie, su questo è opportuno precisare che se siamo qui è perché vi è l’intervento della magistratura in quel di Taranto per valide ragioni e non perché i pianeti si sono allineati, sull’altra invece pesano le vicende societarie. in tutti e due i casi vi è l’assurdo  che due aziende storiche di Verona sono sull’orlo del baratro non perché non sappiamo lavorare, ma per le vicende narrate che ne stanno determinando la crisi, perché il lavoro ci sarebbe.
In tutto questo brodo, la politica guarda altrove, magari come usare i terreni per fare le speculazioni edilizie:
non è di centri commerciali che ha bisogno il territorio,
non è di case e appartamenti nuovi che abbiamo bisogno
non è di chiacchiere che abbiamo bisogno ma di fatti concreti e la politica deve rispondere a questo, deve rispondere a voi.
In questi giorni ho toccato con mano la delusione, l’arrabbiatura dei lavoratori della RIVA, mi sono commosso alla dimostrazione di solidarietà data da semplici cittadini veronesi, che senza il clamore dei riflettori hanno portato la loro solidarietà concreta sia umana che materiale. La città di Verona ha dimostrato di essere dalla nostra parte, merito anche della grande compostezza seppur colorita con cui abbiamo/avete agito in tutte le iniziative fatte e per questo va detto grazie Verona.

Oggi se siamo qui è perché pensiamo che Verona non può fare a meno dei lavoratori della RIVA come non può fare a meno delle altre migliaia di lavoratori che  hanno perso o stanno perdendo il lavoro, perché SENZA LAVORO NON C’E’ FUTURO. Questo lor signori se lo devono mettere bene in testa, quindi noi continueremo finché non avremo risposte concrete, fintanto che i lavoratori non varcheranno la soglia della RIVA sia di Verona che di tutto il gruppo, così come tutti gli altri da OFV a CARDI alla ZANARDI e tutte le altre. Noi continueremo finché questo paese non prenderà coscienza che senza il lavoro una società muore, se non si terrà conto delle nostre istanze, siamo pronti, se la situazione non si risolve, a scendere a Roma con una grande manifestazione nazionale. Quindi per la Riva e per tutti i lavoratori dobbiamo gridare FATECI LAVORARE.
Grazie a tutti voi, grazie Verona.

Stefano Zantedeschi