FIOM Verona: Crisi Verona Lastre. Operai bloccano il Comune

martedì 23 aprile 2013

Crisi Verona Lastre. Operai bloccano il Comune

ROVERCHIARA. I 48 dipendenti dell´azienda hanno circondato il municipio durante un incontro tra proprietà e sindacati. Il personale è ormai esasperato perché è senza lavoro da agosto e attende ancora che il ministero sblocchi la cassa integrazione.

Roverchiara. Alla fine la disperazione ha prevalso e gli operai della Verona Lastre hanno deciso di occupare il municipio, bloccando le entrate e minacciando di non andarsene fino a quando non fossero riusciti a parlare direttamente con la proprietaria dell´azienda di Roverchiara. Una scelta estrema presa dopo aver atteso per ore e sotto la pioggia battente, al presidio allestito nel piazzale della fabbrica, notizie sull´incontro che si stava svolgendo nella casa municipale tra Sandra Samoggia, titolare dello stabilimento, i legali della ditta ed i sindacati, allo scopo di trovare una possibile soluzione per i 48 operai. Il tutto con la mediazione del sindaco Loreta Isolani.

Il confronto tra gli operai e l´azienda alla fine c´è stato. E, come si poteva presagire, non è stato dei più tranquilli. Sono stati, infatti, particolarmente duri i toni rivolti ai rappresentanti sindacali, rei secondo il personale di non aver vigilato sull´operato dell´azienda, e quelli rivolti alla proprietaria, accusata di aver preso in giro i lavoratori. Ma, soprattutto, perché la soluzione trovata non soddisfa i dipendenti, che sono in cassa integrazione dallo scorso agosto ma che fino a questo momento non hanno ancora percepito nulla. La cassa integrazione, infatti, non è stata ancora sbloccata dal ministero, non permettendo così ai lavoratori di usufruire delle anticipazioni sociali da parte delle banche e di qualsiasi tipo di sussidio.
«La proprietaria ed i legali ci hanno informato che, se il giudice approverà nei prossimi giorni il concordato per la liquidazione dell´azienda, potranno dare l´anticipo di una mensilità sulla cassa integrazione, circa 700 euro», ha spiegato Emanuela Mascalzoni, della Fiom-Cgil. L´anticipo, però, spetterebbe solo a quegli operai che non hanno chiesto più di 90 ore di ferie e dovrà essere restituito, attraverso il Tfr, quando il ministero sbloccherà definitivamente la pratica della cassa integrazione. Un anticipo sì utile, ma non sufficiente perché, anche se il ministero dovesse approvare la cassa integrazione nei prossimi giorni, dalla firma all´erogazione vera e propria servono altri 60 giorni. Con il rischio di arrivare così al mese di luglio, quando la cassa integrazione termina.
«Con 700 euro paghiamo le bollette arretrate, l´affitto, il mutuo ed in pochi giorni saremmo nuovamente nella tragica situazione che stiamo vivendo ormai da tempo», hanno protestato all´unisono gli operai. Per poi aggiungere al colmo dell´esasperazione: «Ci sentiamo presi in giro, sono mesi che sentiamo ripetere sempre le stesse cose e nulla cambia. Alcuni di noi non riescono più a mantenere le proprie famiglie ed altri, a fine mese, hanno lo sfratto. Siamo disperati e non sappiamo più dove sbattere la testa».
Sebbene la discussione sia stata accesa, quello di ieri può essere considerato il primo e vero dialogo tra la proprietaria e i suoi operai, i quali hanno potuto chiedere ed ottenere risposte in merito a certe decisioni aziendali. «Abbiamo dato tutto quello che potevamo, io ho cercato di essere qui in prima persona e di fare dei passi avanti per venirvi incontro», ha commentato conciliante Samoggia. «Ora dovete parlarne tra di voi e mettervi d´accordo se accettare o no questo anticipo», ha poi aggiunto l´imprenditrice.
«La situazione è disastrosa e purtroppo come amministrazione non possiamo fare più di tanto», ha commentato il primo cittadino al termine del faccia a faccia tra personale ed azienda. «Anche nei confronti del Comune», ha puntualizzato il sindaco Isolani, «la Verona Lastre ha dei sospesi dovendo ancora pagare degli oneri, come l´Imu. Ma abbiamo detto ai responsabili della ditta di dare comunque la precedenza ai lavoratori. La nostra speranza è che le istituzioni si muovano per sbloccare l´iter il più velocemente possibile».
Gli operai, in ogni caso, non intendono togliere il presidio. E, se entro venerdì non ci saranno novità tali da consentire loro di affrontare il futuro con maggior serenità, sono pronti ad occupare l´azienda.

Laura Bronzato